sabato, Ottobre 5, 2024
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Difficoltà nel bloccare le IPTV: Serie A e operatori allo scontro

Recentemente, l’attenzione si è focalizzata sull’assegnazione dei diritti TV per il calcio giocato in Italia, in particolare per il campionato di Serie A. Tuttavia, la situazione non ha portato a cambiamenti significativi, confermando che DAZN e Sky saranno ancora i fornitori principali per la visione del calcio italiano. L’accordo finale è stato siglato per un importo inferiore di 250 milioni rispetto a quanto inizialmente programmato, deludendo i vertici del settore. Una delle principali cause di questa situazione deficitaria è rappresentata dalle IPTV, un grave problema di pirateria che continua a mettere in difficoltà l’intero settore.

Attualmente, si stanno compiendo sforzi significativi per contrastare questa forma di pirateria, nota come “pezzotto”, che ha causato notevoli difficoltà alle grandi aziende. Tuttavia, emergono delle tensioni tra coloro che dovrebbero unire le forze per combattere l’illegalità, coinvolgendo pay TV, operatori telefonici e persino la Lega Serie A.

Il nodo centrale sembra essere la mancanza di un accordo tra pay TV, operatori telefonici e la Lega Serie A. Il problema principale è che, secondo quanto riportato, pay TV e Serie A non sono ancora riuscite a concordare con gli operatori telefonici, responsabili dell’oscuramento dei siti pirata entro 30 minuti.

Attualmente, si sta discutendo sulla sostenibilità legale di tali azioni, con un ruolo di primo piano affidato all’AGCOM. Nuove direttive, approvate a luglio, prevedono il blocco entro mezz’ora di ogni trasmissione IPTV pirata. Tuttavia, un regolamento successivo, approvato dal Garante della privacy, richiede l’individuazione di una “linea rossa”.

Al momento, il Garante della privacy deve essere informato non appena viene individuato un sito pirata. La complicazione aggiuntiva è rappresentata dalla “prova digitale forense”, che, secondo il Garante, dovrebbe essere fornita da pay TV e dalla Lega Serie A per certificare la violazione. Al momento, le nuove normative non sembrano essere state accolte positivamente, il che potrebbe inevitabilmente rallentare l’attuazione del piano d’azione.

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