sabato, Febbraio 15, 2025
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Amazon sotto indagine per presunta frode fiscale da 3 miliardi

La Procura di Milano ha aperto un’indagine su Amazon e su tre suoi top manager, contestando una presunta frode fiscale da 1,2 miliardi di euro legata alle vendite in Italia tra il 2019 e il 2021. Considerando sanzioni e interessi, la somma totale potrebbe arrivare a 3 miliardi di euro, una cifra che da sola supera il totale recuperato dal fisco italiano in casi analoghi negli ultimi sei anni.

L’inchiesta non riguarda solo il danno economico, ma mette in discussione il modello di business del colosso dell’e-commerce, con un focus su un aspetto cruciale: il ruolo dell’algoritmo predittivo che, secondo l’accusa, avrebbe permesso di aggirare gli obblighi IVA per le vendite effettuate da venditori extraeuropei, soprattutto cinesi.

L’algoritmo predittivo sotto accusa

L’indagine, condotta dal PM Elio Ramondini, si basa su un’analisi realizzata con supercomputer della Sogei, società informatica del Ministero dell’Economia. Secondo gli inquirenti, l’algoritmo di Amazon avrebbe consentito di non comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati dei venditori stranieri che operano sulla piattaforma italiana. In pratica, mancando questi dati, l’IVA del 22% non sarebbe stata versata, generando un’evasione fiscale su larga scala.

Le stime parlano di un impatto significativo: oltre il 70% del volume di vendite online di Amazon in Italia proverrebbe da venditori cinesi. Questo modello penalizzerebbe fortemente le piccole imprese e i lavoratori autonomi italiani, che si trovano a dover competere con operatori che potrebbero non rispettare le stesse regole fiscali.

Un caso che potrebbe estendersi a livello europeo

L’inchiesta di Milano potrebbe non fermarsi ai confini italiani. Il caso apre interrogativi più ampi sul funzionamento dei marketplace digitali in tutta Europa e su come le grandi piattaforme gestiscano la tassazione dei venditori esteri. Inoltre, il dossier ha rilevanza geopolitica, perché tocca gli equilibri tra Cina, Stati Uniti e Unione Europea, in un contesto in cui il mercato globale è sempre più frammentato tra interessi divergenti.

Amazon non ha ancora rilasciato commenti ufficiali sull’indagine, ma la questione potrebbe aprire un nuovo fronte di scontro tra il colosso dell’e-commerce e le autorità fiscali europee.

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