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Spotify, l’inganno dell’intelligenza artificiale: un brano AI attribuito a un artista morto da 36 anni

Nel vasto panorama dello streaming musicale, si affaccia un nuovo e inquietante rischio: l’uso dell’intelligenza artificiale per generare brani falsi attribuiti ad artisti realmente esistiti. Il caso più recente riguarda Blaze Foley, cantautore country texano scomparso nel 1989, il cui profilo ufficiale su Spotify ha ospitato per alcuni giorni un brano completamente falso, intitolato Together.

Il pezzo non era un inedito recuperato dagli archivi, ma un prodotto interamente artificiale, realizzato con tecniche AI. La voce, le melodie e perfino la copertina erano frutto di algoritmi, e nulla avevano a che fare con lo stile e l’immagine di Foley. La cover mostrava il volto di un uomo sconosciuto, generato artificialmente, e la scheda del brano riportava crediti e copyright fittizi, inseriti per rendere la pubblicazione più credibile.

Fan e casa discografica smascherano la truffa

A far emergere l’anomalia sono stati alcuni ascoltatori attenti e Lost Art Records, l’etichetta che gestisce l’eredità artistica di Foley. Il catalogatore Craig McDonald ha denunciato pubblicamente la vicenda, evidenziando come il brano fosse lontano dallo stile autentico del cantautore e privo di qualsiasi valore musicale.

A seguito della segnalazione, Spotify ha provveduto alla rimozione del contenuto, citando la violazione delle proprie politiche contro i contenuti ingannevoli, che vietano l’uso dell’identità altrui per trarre in inganno gli utenti. È stato contattato anche SoundOn, il distributore del brano, controllato da TikTok.

Un problema che va oltre il singolo caso

Analizzando più a fondo, si è scoperto che la stessa società responsabile del brano falso di Foley è collegata ad altre operazioni simili. Tra queste, figurano Happened To You, falsamente attribuito al cantautore Guy Clarke, e With You, assegnato in modo improprio a Dan Berk. Anche in quei casi, le copertine ritraevano soggetti inesistenti.

Spotify ha ribadito che chi infrange ripetutamente le regole può essere escluso definitivamente dal servizio. Resta però senza risposta una domanda cruciale: come possono questi contenuti arrivare sulle pagine ufficiali degli artisti senza un controllo diretto da parte dei detentori dei diritti?

Il fenomeno dei deepfake musicali si inserisce in un contesto più ampio di utilizzo fraudolento dell’AI nel settore, come dimostrato dai casi di produzione automatizzata di brani e ascolti gonfiati da bot, con il solo scopo di generare ricavi illeciti.

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