La battaglia tra Spotify e Apple si intensifica. Il colosso dello streaming musicale ha formalmente chiesto all’Unione Europea di sanzionare Apple per mancata conformità al Digital Markets Act (DMA), la normativa pensata per contrastare le pratiche anticoncorrenziali delle grandi piattaforme digitali.
L’accusa principale? Apple avrebbe messo in atto strategie per eludere le regole imposte dal DMA, continuando a limitare la libertà degli sviluppatori all’interno dell’App Store.
Le accuse di Spotify contro Apple
Daniel Ek, CEO di Spotify, ha rilasciato un’intervista a Bloomberg, in cui ha accusato Apple di adottare una tattica di ritardi e ostruzionismo per aggirare i vincoli imposti dalle autorità europee.
I punti principali della denuncia di Spotify riguardano:
- Restrizioni sui sistemi di pagamento: il DMA impone che gli sviluppatori possano indirizzare gli utenti verso metodi di pagamento alternativi, ma secondo Spotify, Apple continua a ostacolare questa possibilità;
- Limitazioni sui browser di terze parti: le attuali regole di Apple frenerebbero la concorrenza anche in questo settore, favorendo il proprio ecosistema chiuso;
- Struttura tariffaria per marketplace alternativi: la nuova politica di Apple renderebbe troppo costoso operare al di fuori dell’App Store, disincentivando lo sviluppo di soluzioni alternative.
Spotify non è il solo ad accusare Apple: anche negli Stati Uniti, le autorità antitrust stanno monitorando le pratiche dell’azienda per valutare eventuali abusi nel settore digitale.
Quali sono i rischi per Apple
L’Unione Europea ha avviato un’indagine su Apple nel marzo 2024, e la decisione definitiva è attesa per marzo 2025. Se l’azienda venisse ritenuta colpevole di violazione del DMA, potrebbe ricevere una multa pari al 10% del suo fatturato globale, una cifra che si aggirerebbe sui 40 miliardi di dollari.
Apple, dal canto suo, sostiene di aver rispettato la normativa e ha pubblicato documenti ufficiali per evidenziare i rischi legati all’apertura del proprio ecosistema agli app store di terze parti.