Pian piano le auto elettriche stanno guadagnando terreno in tutto il mondo, portando con sé diversi benefici attesi dalle autorità. Tuttavia, questo processo di elettrificazione comporterà anche una significativa perdita di gettito fiscale, derivante dalle accise sui carburanti.
Il trasferimento verso le auto elettriche rappresenta una sfida per lo Stato italiano, dove le accise sui carburanti attualmente giocano un ruolo cruciale nel bilancio. Secondo quanto riferito dal ministro Giancarlo Giorgetti a maggio, questo cambiamento richiederà una riconsiderazione delle politiche fiscali:
“Stiamo valutando l’impatto dell’elettrificazione e il possibile trasferimento delle accise dalle fonti tradizionali di energia alle nuove forme di alimentazione. Non si tratta solo di una riduzione delle entrate, ma di una ristrutturazione significativa. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) sta già affrontando questa sfida, anticipando le nuove normative europee sulla tassazione energetica.”
Con l’aumento previsto delle auto elettriche in circolazione entro il 2030, con stime che parlano di circa 4 milioni di veicoli in Italia, si prevede un significativo calo di entrate, pari a circa 3,8 miliardi di euro secondo l’associazione Unem. Questo pone una pressione sul governo per trovare alternative di bilancio:
“Entro il 2030, l’Italia potrebbe perdere circa 3,8 miliardi di euro in accise a causa dell’adozione delle auto elettriche, insieme a una riduzione del consumo di carburante di un milione di tonnellate. Il governo dovrà affrontare questa sfida attraverso scelte politiche mirate.”
In questo scenario, l’imposizione di nuove accise sulle auto elettriche emerge come una delle opzioni più realistiche per compensare la perdita di entrate derivanti dalle accise sui carburanti. Il dibattito si concentra ora su come bilanciare la promozione delle tecnologie pulite con la sostenibilità fiscale a lungo termine.