Il Pixel 6a è sparito dallo store ufficiale statunitense di Google. La rimozione riguarda esclusivamente la versione ricondizionata, fino a pochi giorni fa ancora disponibile al prezzo di 249 dollari. La decisione, non accompagnata da un annuncio pubblico, sembra essere collegata ai noti problemi di surriscaldamento della batteria che hanno interessato questo modello fin dal lancio.
Dalla patch correttiva al blocco della vendita
Nel corso degli ultimi mesi, sono emerse diverse segnalazioni di surriscaldamenti anomali, in alcuni casi associati a incendi della batteria. Per affrontare la questione, Google ha attivato un aggiornamento software obbligatorio, introdotto nell’ambito di un “Battery Performance Program”. La patch ha ridotto capacità massima e velocità di ricarica dei dispositivi interessati, nel tentativo di mitigare i rischi.
Molti utenti hanno già sperimentato gli effetti di queste limitazioni, con conseguenze tangibili sull’autonomia e sui tempi di ricarica. Nonostante ciò, l’aggiornamento non sarebbe stato sufficiente a risolvere in modo definitivo la criticità. In questo contesto, lo stop alla commercializzazione dei Pixel 6a ricondizionati appare come una misura estrema ma necessaria, per evitare di rimettere in circolo dispositivi potenzialmente problematici.
Gli altri Pixel rimangono disponibili
Al momento, la decisione riguarda solo il Pixel 6a. Gli altri modelli ricondizionati – come Pixel 6, 6 Pro e le varianti della serie 7 – continuano a essere regolarmente acquistabili nello store USA. Questo dettaglio rafforza l’ipotesi che la rimozione sia strettamente legata al problema hardware specifico del 6a, e non a un cambio di strategia più ampio sul fronte dei dispositivi rigenerati.
Google non ha rilasciato comunicazioni ufficiali in merito, ma la tempistica parla chiaro: il 6a è stato rimosso poco dopo il rilascio della patch, chiudendo di fatto il ciclo commerciale di un modello che, nonostante il buon avvio, è rimasto segnato da un difetto difficile da gestire.
