mercoledì, Agosto 6, 2025
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Google spinge l’AI oltre la meteorologia: nuovo modello per prevedere gli uragani

Dopo essersi cimentata con la previsione dei terremoti, Google guarda ora a un’altra sfida complessa e cruciale: la previsione degli uragani. L’annuncio è arrivato nelle ultime ore con un post sul blog ufficiale dell’azienda, dove si parla di un modello basato su intelligenza artificiale, sviluppato in collaborazione con il Centro nazionale per gli uragani degli Stati Uniti.

L’iniziativa è guidata da DeepMind, la divisione AI di Google, che negli scorsi mesi ha mostrato il nuovo sistema predittivo a meteorologi e ricercatori in Florida, ricevendo feedback molto positivi. La scelta di affidarsi al machine learning nasce dalla consapevolezza, condivisa da molti esperti, che i sistemi di previsione tradizionali stanno ormai raggiungendo i propri limiti in termini di accuratezza.

Previsioni più affidabili grazie a un modello probabilistico

Il modello sviluppato da Google adotta un approccio profondamente diverso rispetto al passato. Non si basa più solo sulla simulazione diretta del fenomeno, ma incorpora elementi probabilistici, capaci di rappresentare le numerose variabili e deviazioni che possono influenzare il percorso e l’intensità di un uragano.

Durante i test, il sistema ha restituito 50 possibili scenari evolutivi, ognuno modellato su perturbazioni casuali che potrebbero verificarsi durante lo sviluppo del ciclone. Secondo i primi riscontri, la nuova tecnologia si è dimostrata particolarmente precisa nel prevedere la traiettoria, l’intensità e anche le dimensioni complessive dei fenomeni estremi.

Nelle animazioni pubblicate da Google, viene mostrata una simulazione relativa all’uragano Alfred: la linea blu dell’AI è vicinissima alla traiettoria reale, segnata in nero, con uno scarto minimo.

In fase di test da due mesi: l’obiettivo è salvare vite umane

Attualmente, un gruppo selezionato di meteorologi ha accesso anticipato al modello, con l’obiettivo di valutarne l’affidabilità e suggerire miglioramenti. Tra i suggerimenti emersi, anche l’esigenza di spostare l’attenzione verso la fase embrionale dei fenomeni, quando l’uragano non è ancora del tutto formato ma inizia a prendere forma.

Non è ancora chiaro quando e come Google intenda integrare pubblicamente questo strumento, ma la direzione è evidente: migliorare la previsione significa aumentare il tempo a disposizione per reagire, riducendo danni e rischi per la popolazione. E in un contesto climatico sempre più instabile, l’intelligenza artificiale potrebbe diventare un alleato prezioso della scienza meteorologica.

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