martedì, Luglio 1, 2025
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CarPlay Ultra divide i costruttori: l’integrazione Apple non convince tutti

A pochi anni dall’annuncio, CarPlay Ultra continua a generare incertezze nel settore automobilistico. La nuova versione della piattaforma Apple, pensata per offrire un’integrazione ancora più profonda tra iPhone e veicolo, non ha ancora conquistato il consenso unanime delle case auto. Secondo un recente report del Financial Times, la reazione del mercato è estremamente frammentata.

Alcuni costruttori, come Aston Martin, Porsche, Hyundai, Kia e Genesis, hanno già deciso di adottare il sistema. Altri, tra cui Ford, Nissan, Infiniti e Jaguar Land Rover, sono ancora in fase di valutazione. Poi c’è il fronte dei contrari, con marchi come Audi, BMW, Mercedes-Benz, Renault, Volvo e Polestar che hanno scelto di non aderire. Fa eccezione General Motors, che ha annunciato una strategia più radicale: rimozione completa di CarPlay e Android Auto da alcune vetture elettriche destinate al mercato nordamericano.

I motivi dietro i dubbi

Alla base delle esitazioni c’è una questione di equilibri tra software e controllo. CarPlay Ultra prevede un livello d’integrazione molto più profondo rispetto al passato, con accesso diretto a elementi come tachimetro, climatizzatore, radio e altri comandi di bordo. Questo si traduce in un’esperienza utente più coerente e avanzata, ma implica anche la cessione di parte del controllo ad Apple.

Molti produttori non vedono di buon occhio questa prospettiva. La gestione dell’interfaccia, dei dati e dell’esperienza utente rimarrebbe in larga parte nelle mani di un attore esterno, peraltro concorrente nel settore software. Al contrario, per Apple si tratta di un’opportunità per rafforzare l’ecosistema iOS, estendendolo in modo strutturale all’automobile.

Dal punto di vista dell’utente, l’integrazione più profonda può risultare molto comoda, ma per i produttori rappresenta un compromesso strategico: aderire significa rinunciare a parte della propria identità digitale, mentre rifiutare può voler dire perdere attrattività commerciale. Una decisione che, per molti, resta tuttora aperta.

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