martedì, Luglio 1, 2025
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Meta, risarcimento da 167 milioni di dollari da NSO Group a causa dell’attacco Pegasus su WhatsApp

Meta ha ottenuto una vittoria importante nella sua battaglia legale contro NSO Group, l’azienda israeliana nota per aver sviluppato lo spyware Pegasus. Una giuria federale in California ha stabilito che NSO dovrà risarcire Meta con 167,25 milioni di dollari, riconoscendola responsabile di un attacco informatico che ha colpito 1.400 utenti WhatsApp nel 2019. Questo verdetto rappresenta un traguardo storico nella protezione della privacy digitale.

L’origine del caso e l’attacco con Pegasus

La vicenda risale al 2019, quando il team di sicurezza di WhatsApp ha scoperto e bloccato un attacco condotto da NSO utilizzando una vulnerabilità della piattaforma. Lo spyware Pegasus sfruttava una falla che consentiva di infettare i dispositivi delle vittime con una semplice chiamata, anche se non veniva risposta. Una volta installato, Pegasus poteva accedere a dati sensibili, tra cui:

  • Messaggi di testo e email;

  • Informazioni di localizzazione;

  • Fotocamera e microfono, attivabili da remoto.

L’attacco non ha colpito solo utenti comuni, ma anche attivisti per i diritti umani, giornalisti e diplomatici, scatenando preoccupazioni a livello globale. WhatsApp ha reagito rapidamente, collaborando con Citizen Lab per identificare la vulnerabilità e informare gli utenti colpiti.

Il verdetto e le conseguenze per NSO Group

La giuria ha stabilito che NSO dovrà pagare un risarcimento di 167,25 milioni di dollari, di cui 444.719 dollari come danni compensativi diretti a Meta. Questo verdetto rappresenta una pietra miliare nella lotta contro gli spyware illegali, inviando un messaggio chiaro a tutte le aziende che sviluppano strumenti di sorveglianza non autorizzati.

Meta ha dichiarato che utilizzerà i fondi ricevuti per sostenere organizzazioni che difendono i diritti digitali e contrastano gli attacchi informatici su scala globale. Inoltre, l’azienda ha annunciato l’intenzione di ottenere un’ingiunzione per impedire a NSO di colpire nuovamente WhatsApp in futuro.

La replica di NSO e il possibile ricorso

In risposta al verdetto, Gil Lainer, portavoce di NSO Group, ha dichiarato che l’azienda valuterà attentamente la sentenza e potrebbe ricorrere in appello. Tuttavia, questo giudizio potrebbe segnare un precedente importante per il settore della sorveglianza digitale, limitando l’uso di tecnologie invasive come Pegasus.

Il caso Meta contro NSO Group potrebbe influenzare anche altre battaglie legali simili, come quella avviata da Apple, che ha intentato una causa contro NSO per attacchi condotti tramite Pegasus sui dispositivi iOS. La lotta alla sorveglianza illegale sembra destinata a proseguire, ma questa sentenza rappresenta già una vittoria significativa per la privacy digitale a livello globale.

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