martedì, Agosto 19, 2025
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Smartphone Android come rete globale di allerta terremoti

Google ha trasformato miliardi di dispositivi Android in una sorta di sensori sismici distribuiti a livello mondiale grazie al sistema Android Earthquake Alerts (AEA). La tecnologia sfrutta l’accelerometro, componente ormai presente in quasi tutti gli smartphone moderni, per rilevare movimenti insoliti. Quando un telefono registra una vibrazione anomala, invia in automatico e in forma anonima i dati ai server di Google, che li confrontano con le segnalazioni provenienti da altri dispositivi nella stessa zona.

La forza del sistema non sta solo nella tecnologia, ma nella sua capillarità. Come sottolinea Richard Allen, co-fondatore dello studio AEA e visiting professor presso Google, Android rappresenta circa il 70% del mercato globale degli smartphone. Questo significa che il sistema può funzionare come rete di allerta praticamente ovunque ci siano persone, anche in aree remote o in Paesi con risorse limitate, dove installare sensori professionali sarebbe troppo oneroso.

Risultati concreti e prospettive future

Tra il 2021 e il 2024, lo studio del team AEA ha rilevato in media 312 eventi sismici al mese, con magnitudo variabili tra 1,9 e 7,8. In un test su oltre 1,5 milioni di utenti, il 36% ha ricevuto l’allarme prima dell’inizio della scossa, il 28% durante e il 23% nei secondi immediatamente successivi. Numeri che dimostrano l’efficacia del sistema, pur trattandosi di una tecnologia ancora in evoluzione.

Il progetto, integrato nei Google Play Services e quindi attivo di default sulla maggior parte degli smartphone, apre la strada a nuove possibilità. Allen e i suoi colleghi stanno valutando l’uso dei dati raccolti per realizzare strumenti aggiuntivi, come mappe delle scosse utili nella gestione delle emergenze. L’idea è quella di trasformare la rete globale di dispositivi in una risorsa non solo per gli allarmi in tempo reale, ma anche per migliorare la risposta ai disastri naturali.

Rispetto ai costosi sensori tradizionali, che richiedono installazioni complesse, l’approccio di Google sfrutta semplicemente la diffusione degli smartphone. Una soluzione che sta già dando risultati concreti e che potrebbe diventare sempre più centrale nella riduzione del rischio sismico.

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