mercoledì, Maggio 21, 2025
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Negli Stati Uniti ora è reato pubblicare deepfake espliciti senza consenso

Con l’approvazione del Take It Down Act, negli Stati Uniti diventa ufficialmente reato la diffusione online di contenuti sessualmente espliciti senza consenso, siano essi reali o generati dall’intelligenza artificiale sotto forma di deepfake. Il provvedimento, firmato dal presidente Donald Trump, introduce multe elevate e sanzioni penali per chi viola la norma e impone obblighi di rimozione rapida ai siti web coinvolti.

Secondo quanto previsto dalla legge, le piattaforme dovranno cancellare i contenuti illeciti entro 48 ore dalla segnalazione, comprese tutte le copie eventualmente diffuse. Si tratta di un cambio di rotta deciso rispetto al quadro precedente, dove ogni Stato regolamentava autonomamente casi simili, generando vuoti normativi e risposte disomogenee.

Supporto bipartisan e sostegno della first lady

Il testo è stato approvato alla Camera con 409 voti favorevoli e solo 2 contrari, e al Senato all’unanimità, a testimonianza di un forte consenso bipartisan. Melania Trump, tra i principali promotori della misura, ha definito il disegno di legge un passo cruciale nella tutela dei cittadini più vulnerabili, con particolare attenzione ai giovani.

La first lady ha sottolineato come l’intelligenza artificiale e i social media, se mal utilizzati, possano trasformarsi in strumenti pericolosi, capaci di incidere profondamente su emozioni, convinzioni e benessere psicologico. “Sono come caramelle digitali per la nuova generazione”, ha dichiarato, “ma possono diventare armi in grado di ferire o distruggere”.

Una risposta alle nuove minacce digitali

Il presidente Trump, commentando l’approvazione, ha ironizzato: “Userò questa legge per me stesso, perché nessuno viene trattato peggio di me online”. Battuta a parte, il Take It Down Act rappresenta un segnale forte in un’epoca in cui le tecnologie di manipolazione visiva stanno diventando sempre più accessibili e sofisticate.

La legge introduce una normativa unitaria a livello federale, superando la frammentazione giuridica che fino ad oggi ha complicato la gestione di casi legati alla diffusione di contenuti espliciti non consensuali. Una scelta che punta a tutelare la dignità delle persone nell’ecosistema digitale e a responsabilizzare tanto i creatori quanto le piattaforme ospitanti.

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