Molti utenti potrebbero non esserne consapevoli, ma l’utilizzo delle cinture di sicurezza è obbligatorio sia sui sedili anteriori che su quelli posteriori. Questo è quanto stabilito dall’articolo 172 del Codice della Strada, che impone inoltre l’uso dei sistemi di ritenuta per i bambini con un’altezza inferiore a 1,50 metri.
Tuttavia, sembra che gli italiani non siano particolarmente inclini a rispettare questa norma, esponendosi così a diversi rischi. Un’indagine condotta tra il 2022 e il 2023 ha confermato questa tendenza, rivelando che soltanto una persona su tre indossa la cintura di sicurezza quando è seduta sui sedili posteriori.
L’abitudine di non indossare le cinture di sicurezza sui sedili posteriori: un altro comportamento rischioso degli italiani
Secondo i dati raccolti dall’indagine, otto persone su dieci tendono a indossare la cintura di sicurezza quando si trovano sui sedili anteriori dell’auto. Tuttavia, la situazione cambia drasticamente per chi viaggia sui sedili posteriori, dove questa pratica è molto meno comune. Alcune regioni si distinguono per una maggiore attenzione in questo senso: in Friuli Venezia Giulia, il 72% degli intervistati dichiara di indossare la cintura sui sedili posteriori, mentre in Liguria la percentuale scende al 61,4%. Al contrario, in regioni come la Campania, solo il 9,9% delle persone afferma di farlo, il valore più basso registrato. Percentuali simili si riscontrano in Puglia e Molise, con il 14,9% e il 15,9%, rispettivamente.
Cambiamenti nelle abitudini alla guida e il ruolo dell’alcol
Dal 2008, in Italia si è osservato un calo significativo del numero di persone che si mettono alla guida dopo aver consumato alcol. Tra il 2020 e il 2021, il calo più marcato è stato probabilmente legato alle restrizioni dovute alla pandemia da COVID-19, con la chiusura dei locali e la riduzione delle occasioni di socializzazione. Questo ha limitato il consumo di alcol fuori casa. Tuttavia, negli anni successivi, i dati sono tornati a livelli simili a quelli del 2019, allineandosi con le tendenze pre-pandemiche. In questo contesto, il Centro Italia ha registrato una riduzione del fenomeno più rapida rispetto alle altre aree del Paese.