La promessa sono i 200-250 euro al mese a figlio a partire da luglio indicati dal presidente del Consiglio Mario Draghi. I fondi a disposizione sono 20 miliardi tra fondi degli aiuti pre-esistenti e nuovi stanziamenti, ma potrebbero aumentare, ha detto la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia Elena Bonetti (Italia Viva). «Le famiglie italiane devono stare tranquille, non ci perderanno», è il suo impegno. E’ arrivato il via libera definitivo del Senato. L’ok quasi unanime con 227 sì, nessun no e 4 astenuti.
«L’assegno unico e universale – ha spiegato la ministra – è un provvedimento che fa parte del Family Act e consiste in una quota che verrà data a ciascun figlio. È per tutti, e la quota dipenderà dal reddito, quindi le famiglie meno abbienti riceveranno di più, e le più ricche avranno solo una quota base».

L’assegno partirà quindi dal settimo mese di gravidanza fino al 18° anno d’età, che diventeranno 21 nel caso di figli maggiorenni impegnati in percorsi di studio (ad esempio all’università), tirocini, servizio civile universale, o che abbiano un lavoro a basso reddito (massimo 4000 euro l’anno) o siano registrati come disoccupati. Nel caso di figli disabili invece, sparisce il limite di età.

I destinatari di questo assegno saranno tutte le famiglie italiane che abbiano almeno un figlio, anche quelle omogenitoriali e unigenitoriali. Non si farà più differenza tra dipendenti, partite Iva, e incapienti: tutti potranno ricevere questo bonus, anche i soggetti che finora erano stati esclusi dagli aiuti alla famiglia.

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