Nel 2024, la pirateria audiovisiva in Italia ha registrato una lieve flessione rispetto agli anni precedenti, ma continua a rappresentare un problema economico e culturale di grande portata. Secondo l’indagine FAPAV/Ipsos presentata il 18 giugno a Roma, il 38% degli italiani adulti ha consumato almeno una volta contenuti audiovisivi in modo illecito nell’arco dell’anno.
Si parla di circa 295 milioni di atti di pirateria, in calo dell’8% rispetto al 2023 e addirittura del 56% rispetto al 2016. Nonostante ciò, il sistema economico nazionale ha subito una perdita stimata in 2,2 miliardi di euro, con un impatto sul PIL di 904 milioni e oltre 12.100 posti di lavoro a rischio.
Cosa si pirata di più e in che modo
I film restano il contenuto più colpito, seguiti da serie e fiction, programmi TV ed eventi sportivi live. Proprio quest’ultima categoria, seppur meno diffusa, pesa in modo significativo a livello economico, complice la diffusione di eventi esclusivi in modalità pay-per-view.
Le IPTV illegali sono il canale preferito dal 22% dei pirati, seguite da streaming diretto, peer-to-peer, social network e app di messaggistica. Si stima che circa 15 milioni di italiani abbiano usato almeno una volta un servizio IPTV illegale nel corso del 2024.
Il profilo del consumatore illecito è chiaro: soprattutto under 35, occupati, con un buon livello di istruzione, e con una maggiore incidenza nel Sud Italia e nelle Isole, dove il fenomeno raggiunge il 40% della popolazione.
Pirateria tra i giovanissimi: segnali incoraggianti ma non basta
Tra i ragazzi tra i 10 e i 14 anni, la pirateria ha mostrato un calo del 14% rispetto al 2023. Nonostante la contrazione, il 40% ha comunque effettuato almeno un accesso illecito durante l’anno. Il dato più significativo riguarda la consapevolezza: il 75% sa che si tratta di un reato, ma solo il 61% pensa di poter essere scoperto o punito.
Impatto economico e occupazionale
Film e fiction hanno perso circa 61 milioni di visioni legali, con un danno diretto di 530 milioni di euro, che sale a 778 milioni considerando anche gli abbonamenti non attivati. Ancora più grave la situazione per lo sport live: 12 milioni di visioni mancate, 350 milioni di danno, con un incremento del 23% rispetto all’anno precedente.
Nel complesso, la pirateria ha comportato un mancato gettito fiscale di oltre 400 milioni di euro e un rischio occupazionale concreto per migliaia di lavoratori, non solo nell’ambito culturale.
Le misure di contrasto: Piracy Shield e legge antipirateria
Nel 2023 è entrata in vigore una nuova legge antipirateria, conosciuta dal 70% della popolazione, ma approfondita solo dal 14%. Circa il 42% degli italiani pensa che sia comunque possibile aggirarla. Questo suggerisce la necessità di una comunicazione più incisiva sui rischi reali, soprattutto sanzionatori.
Piracy Shield, la piattaforma lanciata nel 2024 per bloccare in tempo reale la trasmissione illecita di eventi sportivi, è già operativa e ha ottenuto feedback positivi: il 79% degli italiani la considera efficace. Tra chi ha incontrato un blocco, il 47% ha deciso di passare a fonti legali.
Le parole di FAPAV e Ipsos
Federico Bagnoli Rossi, presidente FAPAV, ha sottolineato l’importanza di rafforzare la deterrenza e ampliare Piracy Shield anche ai contenuti non sportivi. Nando Pagnoncelli di Ipsos ha invece posto l’accento sul problema culturale, spiegando che in Italia è ancora diffusa una certa tolleranza nei confronti della pirateria.