Secondo quanto riportato dalla Commissione Elettorale Federale (FEC), Samsung ha versato 315.000 dollari al comitato per l’inaugurazione del presidente Trump. Un gesto che la colloca tra le principali aziende sudcoreane ad aver sostenuto finanziariamente l’evento, anche se con una cifra inferiore rispetto ad altre realtà del settore, come Hyundai o Hanwha.
Una prassi diffusa tra le multinazionali
Negli Stati Uniti, è pratica comune che le grandi aziende — americane e straniere — effettuino donazioni ai comitati per l’inaugurazione del nuovo presidente, come segnale di apertura e disponibilità al dialogo con la nuova amministrazione. Non si tratta quindi di un’anomalia, ma di una consuetudine prevista dalla legge, con i dettagli resi pubblici entro 90 giorni dalla cerimonia.
Il comitato per la seconda inaugurazione di Trump, in programma per il 2025, ha raccolto ben 239 milioni di dollari, stabilendo un nuovo record assoluto per questo tipo di iniziativa. Samsung non è nuova a queste operazioni: nel 2017 aveva già donato 100.000 dollari in occasione del primo insediamento di Trump.
Gli interessi in gioco per Samsung
La decisione di contribuire economicamente è legata anche agli interessi economici strategici del gruppo coreano. Gli Stati Uniti rappresentano uno dei mercati più importanti per smartphone, TV e semiconduttori prodotti da Samsung, e le politiche commerciali USA, comprese quelle sui dazi e le regolazioni tecnologiche, influenzano direttamente le sue attività.
Non a caso, l’azienda — secondo fonti vicine ai vertici — avrebbe ristrutturato il team delle relazioni istituzionali per il Nord America, affidandosi a una figura con maggiori contatti nell’ambiente politico repubblicano. L’obiettivo è chiaro: rimanere competitiva e influente anche in un contesto politico in continua evoluzione.
Anche altre aziende sudcoreane hanno fatto la loro parte. Hyundai ha donato 1 milione di dollari, mentre Hanwha ha contribuito con due tranche da 500.000 dollari, tutte tramite le rispettive filiali statunitensi.