lunedì, Novembre 17, 2025
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Apple condannata: 643 milioni di dollari a Masimo per la disputa sui brevetti

La lunga controversia tra Apple e Masimo, azienda statunitense specializzata in tecnologie medicali, raggiunge un nuovo punto critico. Una giuria federale ha stabilito che la società di Cupertino dovrà versare 643 milioni di dollari a titolo di risarcimento per la violazione di brevetti relativi alla misurazione dell’ossigeno nel sangue, tecnologia integrata negli Apple Watch. È un capitolo importante di un contenzioso avviato nel 2020 e che, con ogni probabilità, continuerà ancora.

Secondo quanto riportato da Reuters, la giuria ha riconosciuto la responsabilità di Apple nell’utilizzo di una soluzione brevettata da Masimo. L’azienda californiana ha però annunciato subito l’intenzione di fare ricorso, sostenendo che la decisione sia “contraria ai fatti” e ricordando che gran parte dei brevetti contestati negli anni è stata giudicata non valida. Apple ha inoltre precisato che l’unico brevetto coinvolto nel verdetto, risalente a una tecnologia degli anni passati, sarebbe scaduto nel 2022.

Le posizioni delle due aziende e le conseguenze sul mercato

Masimo ha accolto con grande soddisfazione il verdetto, definendolo una vittoria fondamentale per la tutela delle proprie innovazioni. L’azienda ha sottolineato l’importanza della protezione della proprietà intellettuale nello sviluppo di tecnologie dedicate al monitoraggio dei pazienti, ribadendo l’impegno a difendere i propri diritti anche nelle future fasi del processo.

La disputa non si è limitata alle aule dei tribunali, ma ha avuto effetti concreti sui prodotti Apple. Nel dicembre 2023, gli Stati Uniti hanno imposto un divieto di vendita per i modelli di Apple Watch dotati della funzione di ossimetria. Il blocco, dopo una sospensione temporanea, è stato ripristinato il 18 gennaio 2024. Per continuare la commercializzazione nel Paese, Apple ha introdotto modelli con la funzione disabilitata via software.

Nell’agosto 2025 la società ha adottato un ulteriore sistema alternativo: la misurazione dell’ossigeno viene ora elaborata direttamente sull’iPhone abbinato, anziché sull’orologio. Una soluzione accettata dalle autorità doganali statunitensi, incaricate di far rispettare il divieto.

Masimo, però, non ha accolto positivamente questo workaround. Durante l’estate l’azienda ha presentato un nuovo ricorso per tentare di annullare la decisione delle dogane e ripristinare il blocco dei modelli con sensore SpO2. Al momento non è ancora arrivata una decisione definitiva.

La causa resta quindi aperta, con nuovi sviluppi attesi nei prossimi mesi.

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