martedì, Novembre 4, 2025
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Furto al Louvre: la password della videosorveglianza era incredibilmente ridicola, eccola

Il furto al Louvre del 19 ottobre ha portato alla luce problemi di sicurezza che si trascinano da anni, rivelando come anche uno dei musei più sorvegliati al mondo possa cadere vittima di una gestione superficiale. Secondo un’inchiesta pubblicata da Libération, la protezione informatica del museo era talmente fragile da rasentare l’assurdo: la password per accedere al server di videosorveglianza era semplicemente “Louvre”.

L’informazione proviene da un rapporto del 2014 redatto da tre esperti dell’Agenzia nazionale della sicurezza dei sistemi informatici francese, che già allora denunciava gravi lacune nei protocolli interni. In quel documento si avvertiva che chiunque avesse avuto accesso alla rete del museo avrebbe potuto manipolare il sistema di sorveglianza, agevolando furti di opere d’arte. Nonostante le raccomandazioni, sembra che nessun intervento significativo sia stato attuato, lasciando aperte falle che oggi appaiono clamorose.

Le ammissioni del Ministero e lo sviluppo delle indagini

La ministra della Cultura Rachida Dati, inizialmente convinta dell’efficacia dei sistemi di sicurezza, ha poi cambiato tono, parlando di una “sottovalutazione cronica e strutturale del rischio furti”. Ha inoltre promesso un piano di revisione dei protocolli di sorveglianza per tutti i musei nazionali, riconoscendo la necessità di un controllo più severo.

Le indagini, condotte dalle autorità francesi, hanno portato a quattro arresti. I primi due sospetti sono stati fermati il 25 ottobre, mentre una coppia con figli, di 37 e 38 anni, è stata arrestata il 1° novembre. Secondo quanto emerso, non si tratterebbe di professionisti del crimine organizzato, ma di ladri comuni che avrebbero approfittato delle debolezze del sistema. Altri tre fermati sono stati rilasciati dopo gli interrogatori.

Gioielli ancora dispersi

La refurtiva — stimata in 90 milioni di euro e comprendente i gioielli della Corona dell’imperatrice Eugenia — non è stata ancora ritrovata. Gli investigatori ipotizzano che possa essere già finita sul mercato estero, ma le autorità restano fiduciose di poterla recuperare. Il caso mette a nudo una realtà inquietante: persino un’istituzione simbolo come il Louvre può essere vulnerabile, quando la tecnologia e la vigilanza umana smettono di dialogare.

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