La Russia ha imposto un nuovo blocco a due servizi molto popolari, FaceTime e Snapchat, ampliando ulteriormente la lista delle piattaforme occidentali vietate nel Paese. Secondo quanto riportato da Bloomberg, citando l’agenzia Interfax, il provvedimento è stato comunicato dal Roskomnadzor, l’autorità federale che si occupa di monitorare e censurare le comunicazioni online. Le accuse sono pesanti: le piattaforme verrebbero utilizzate per attività terroristiche e per frodi, motivazioni che il Cremlino ha già invocato in passato per giustificare misure simili.
Non ci sono ancora certezze sull’estensione del blocco. Resta da capire se l’accesso sia stato interrotto completamente o se, come già accaduto con altri servizi, sia possibile aggirare il divieto tramite VPN. La scelta si inserisce nella linea intrapresa dal governo russo a partire dal 2022, con l’invasione dell’Ucraina: da allora servizi come Facebook, Instagram, X e, più recentemente, l’app crittografata Signal sono stati progressivamente esclusi dal Paese.
Pretesti politici e spinta verso la super app di Stato
Gli esperti vedono nel provvedimento un’ulteriore mossa per convogliare gli utenti verso piattaforme controllate direttamente dallo Stato. Le motivazioni ufficiali – sicurezza nazionale, lotta al terrorismo o contrasto alla cosiddetta propaganda LGBT, già citata nel ban di Roblox – vengono considerate un semplice pretesto per consolidare il controllo interno sulle comunicazioni digitali.
La strategia sembra infatti favorire MAX, una super app statale che integra messaggistica, servizi bancari e archiviazione di documenti. Limitare l’uso di soluzioni occidentali permette al Cremlino di accelerare l’adozione dei propri strumenti, aumentando allo stesso tempo la capacità di sorveglianza. Il blocco di FaceTime e Snapchat rappresenta così la naturale estensione di una politica che punta a ridurre la dipendenza dalla tecnologia straniera.
A luglio 2025 anche WhatsApp era stato oggetto di minacce simili, segno di una pressione crescente. Per ora né Apple né Snap hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali. L’episodio conferma comunque l’escalation del controllo digitale in Russia, con un ecosistema di servizi sempre più selezionato e centralizzato intorno al governo.

