Il mercato dei tablet inizia a fare i conti con una pressione che da mesi attraversa l’intero settore tecnologico. Honor ha annunciato un aumento dei prezzi su tutta la propria gamma di tablet, almeno per il momento limitato al mercato cinese, motivando la scelta con il continuo rialzo dei costi dei chip di memoria, sia RAM sia archiviazione interna. La conferma è arrivata direttamente dal general manager della divisione tablet e IoT dell’azienda, intervenuto sul social network Weibo.
La decisione non arriva come un fulmine a ciel sereno. Negli stessi giorni, infatti, anche Xiaomi aveva comunicato misure simili, segnalando un problema ormai strutturale che coinvolge l’intera filiera.
Un aumento dei costi che non riguarda solo Honor
Honor non ha fornito dettagli precisi sugli incrementi applicati ai singoli modelli, ma il riferimento più immediato è quanto già accaduto in casa Xiaomi. Il produttore cinese ha rivisto i prezzi di diversi tablet, con aumenti che, presi singolarmente, possono sembrare contenuti, ma che assumono un peso diverso se applicati in modo uniforme su tutta la gamma.
Xiaomi Pad 8 ha visto un aumento di 100 renminbi, mentre Xiaomi Pad 8 Pro ha seguito lo stesso percorso. Ancora più evidente il caso della linea Redmi Pad 2, che ha subìto un incremento di 200 renminbi su tutti i modelli, portando la versione base a un rialzo percentuale superiore al 20%. In termini assoluti si parla di cifre intorno ai 25 euro, ma l’impatto varia sensibilmente a seconda del posizionamento del prodotto.
Il ruolo centrale dei chip di memoria
Alla base di questa situazione c’è la crescente domanda di chip di memoria, oggi sempre più contesi. Secondo gli analisti, una parte rilevante della capacità produttiva viene assorbita dai data center dedicati all’intelligenza artificiale, che richiedono grandi quantità di RAM e storage avanzato. Questo fenomeno riduce la disponibilità per l’elettronica di consumo e spinge verso l’alto i prezzi all’origine.
In questo contesto, produttori come Honor e Xiaomi risultano tra i primi a reagire, ma difficilmente resteranno gli unici. La pressione sui costi sta diventando trasversale e coinvolge smartphone, tablet e altri dispositivi con margini sempre più sottili.
Cosa può succedere nei prossimi mesi
Lo scenario che si delinea non lascia molto spazio a soluzioni semplici. Le aziende potrebbero scegliere tra aumenti di listino, riduzione delle specifiche tecniche oppure una diversa distribuzione dei costi lungo la supply chain. Ogni opzione comporta compromessi, soprattutto in segmenti di mercato sensibili al prezzo come quello dei tablet.
Per ora Honor ha scelto la strada più diretta, intervenendo sui prezzi. Se la situazione dei chip di memoria non dovesse migliorare, è plausibile che decisioni simili arrivino anche da altri protagonisti del settore, con effetti destinati a farsi sentire anche al di fuori del mercato cinese.

