Il fenomeno del telemarketing selvaggio è diventato parte integrante della vita quotidiana di molte persone, le quali si trovano spesso a dover affrontare le conseguenze di questo problema. Nonostante molti utenti abbiano negato il consenso alle comunicazioni commerciali, le chiamate indesiderate continuano a raggiungere le loro case o i loro telefoni cellulari. Anche l’iscrizione al registro delle opposizioni sembra essere inefficace, e di conseguenza, le aziende del settore rischiano pesanti sanzioni, come nel caso di Eni Plenitude.
L’azienda è stata sanzionata dal Garante della Privacy con una multa significativa. Un’indagine ha rivelato che, su circa 750 contratti stipulati in una settimana campione, l’88% – oltre 650 contratti – riguardava persone che avevano negato il consenso alle comunicazioni commerciali o che erano iscritte al registro delle opposizioni.
Eni Plenitude ha ricevuto una multa di 6 milioni e 420 mila euro a seguito di 108 segnalazioni e 7 reclami. Questa sanzione è tra le più severe mai imposte, dimostrando la crescente intolleranza verso tali pratiche.
In risposta, un portavoce di Eni Plenitude ha dichiarato che l’azienda intende esaminare attentamente il provvedimento del Garante per la Protezione dei Dati Personali e si riserva il diritto di impugnarlo. La società sostiene di operare in conformità con le normative vigenti in materia di protezione dei dati personali e gestione dei partner commerciali. Inoltre, Eni Plenitude ha ribadito il proprio impegno a combattere le pratiche illegali per tutelare i consumatori e garantire il corretto funzionamento del mercato.