martedì, Ottobre 14, 2025
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Batterie agli ioni di sodio: il 2026 segnerà l’avvio della produzione su larga scala

Il 2026 potrebbe rappresentare un punto di svolta per le batterie agli ioni di sodio, una tecnologia che negli ultimi anni ha compiuto progressi significativi e che ora si avvicina a un impiego commerciale di massa. Se ne è discusso al Sodium-Ion Battery Industry Chain and Standards Development Forum, dove esperti e aziende hanno evidenziato i vantaggi di questi accumulatori rispetto ad altre soluzioni, pur sottolineando che non sostituiranno le batterie agli ioni di litio, ma le affiancheranno in applicazioni specifiche.

Tra i punti di forza emergono la buona resa a basse temperature, l’elevata sicurezza e soprattutto i costi contenuti, che potrebbero renderle ideali per veicoli ibridi, sistemi di accumulo energetico e gruppi di continuità. L’attenzione dell’industria è rivolta al miglioramento della densità energetica e alla riduzione dei costi produttivi, fattori decisivi per l’adozione su larga scala.

I progressi delle aziende e i primi risultati

CATL ha annunciato che la sua batteria agli ioni di sodio ha già raggiunto i 175 Wh/kg di densità energetica, il valore più alto del settore. Secondo i dati diffusi, questa soluzione permette ai veicoli ibridi di percorrere oltre 200 km in modalità elettrica e ai modelli full electric di superare i 500 km (secondo ciclo CLTC). Le celle supportano ricarica rapida a 5C e oltre 10.000 cicli di utilizzo, prestazioni che confermano l’avanzato livello di sviluppo della tecnologia.

Li Shujun, direttore generale di Beijing Zhongke Haina Technology, ha aggiunto che i costi potrebbero calare drasticamente nei prossimi anni, arrivando a dimezzarsi entro due o tre anni. Gli attuali valori produttivi oscillano tra 0,4 e 0,5 yuan/Wh (0,048-0,060 euro a Wh), con una riduzione prevista fino a 0,3 yuan/Wh (0,036 euro a Wh), in linea con le batterie LFP.

Un futuro già tracciato

Le batterie al sodio offrono oggi circa 165 Wh/kg di densità energetica, stabilità operativa tra -40 °C e 45 °C e una durata che arriva a 10.000 cicli, elementi che le rendono una soluzione concreta per l’accumulo e la mobilità. Il settore sta inoltre lavorando alla standardizzazione dei prodotti, condizione necessaria per la diffusione su larga scala.

Con investimenti crescenti e l’interesse di gruppi come Stellantis, il 2026 si preannuncia come l’anno in cui queste batterie passeranno dalla fase sperimentale alle applicazioni commerciali.

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