La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha autorizzato l’avvio di un procedimento contro Apple nei Paesi Bassi per presunti danni legati alla gestione dell’App Store. La vicenda nasce dalle accuse presentate dalle fondazioni olandesi Right to Consumer Justice e App Stores Claims, secondo cui oltre 14 milioni di utenti iPhone e iPadavrebbero pagato prezzi più alti a causa di pratiche considerate anticoncorrenziali. Il valore del risarcimento richiesto si aggira intorno ai 637 milioni di euro, una cifra che comprende anche gli interessi maturati negli anni.
La prima udienza sul merito potrebbe arrivare entro marzo, come spiegato da Rogier Meijer, portavoce della fondazione App Stores Claims. Per le due organizzazioni, la decisione della Corte rappresenta un passo decisivo dopo anni di contestazioni legate alla struttura delle commissioni applicate agli sviluppatori.
Il nodo delle commissioni e l’accusa di abuso di posizione dominante
Per quanto riguarda il cuore della disputa, le fondazioni contestano le commissioni fino al 30% applicate da Apple sulla vendita delle app e sugli acquisti in-app. I legali sostengono che questi costi non ricadano soltanto sugli sviluppatori, ma finiscano anche per influenzare i prezzi pagati dagli utenti finali. In quest’ottica, l’App Store sarebbe uno spazio dove la concorrenza viene indebolita, con effetti negativi su un mercato che dipende in larga parte dalle regole imposte da Cupertino.
Apple ha risposto con fermezza alla decisione della CGUE. L’azienda definisce il pronunciamento “puramente giurisdizionale” e ribadisce che il caso non avrebbe un legame diretto con il territorio olandese. La società sostiene che la causa non sia supportata da elementi concreti e promette di difendersi con determinazione nelle prossime fasi del procedimento.
Perché i giudici olandesi possono intervenire
La CGUE ha stabilito che i Paesi Bassi hanno piena competenza per occuparsi del caso. La motivazione è legata al funzionamento dell’App Store destinato agli utenti con Apple ID registrato nei Paesi Bassi, che riceve contenuti in lingua olandese e risulta progettato per quel mercato specifico. Questo rende legittimo avviare un procedimento anche nel caso in cui gli acquisti vengano effettuati altrove.
La decisione potrebbe avere un impatto che va oltre i confini olandesi. Il pronunciamento crea infatti un precedente che potrebbe incoraggiare nuove iniziative legali in altri Paesi europei, mentre il contenzioso nei Paesi Bassi si avvia verso una fase decisiva nei prossimi mesi.

